Pericoli dal cibo: ora tocca ai meloni - Scienza in cucina - Blog - Le Scienze

2022-09-03 10:45:12 By : Mr. Alan Lee

Giusto per ricordarci che "mangiare è una faccenda pericolosa", dopo i germogli biologici tedeschi, che hanno ucciso 50 persone, ora è il turno dei meloni (convenzionali) prodotti dall'azienda agricola Jensen in Colorado (USA).

Questa volta il batterio "cattivo" non è l'ormai noto a tutti Escherichia coli ma il meno noto (al grande pubblico) Listeria monocytogenes. Secondo le autorità USA il batterio, presente sulla buccia dei meloni, ha già infettato 72 persone in 18 stati degli USA, uccidendo sino ad ora 13 persone. Spesso le infezioni da Listeria sono correlate al consumo di carne lavorata (23 persone sono morte in Canada nel 2008)  come hot dog e carne trita, o di salmone affumicato, o di latte e formaggi, e solo più raramente ai vegetali.

Il periodo di incubazione del batterio può durare anche tre settimane o più quindi il CDC (Centers for Disease Control) si aspetta che il numero di infetti e di morti aumenti per tutto ottobre, visto che le persone che hanno mangiato il melone infetto prima dell'allarme non hanno ancora sviluppato i sintomi.

Seguiremo con attenzione gli sviluppi.

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Fortunatamente dalle nostre parti siamo fuori stagione... se capitava quest'estate era un disastro...

la globalizzazione.... occhio alla globalizzazione .... chiedere sempre al melone da dove viene (in inglese ovviamente.....)

ma quei meloni lì si possono considerare "convenzionali" anche se sulle etichette c'è scritto "pesticide free"? e se ci fossero stati i pesticidi invece, la listeria sarebbe stata distrutta? non che io lo creda, perché certo dipenderebbe anche dai tempi di contaminazione (col letame non maturo?) rispetto ai tempi di irrorazione dei pesticidi, e poi quali pesticidi, e se ci sono pesticidi che, già che ci sono, ammazzo anche la listeria...

La differenza sostanziale tra i semi biologici che hanno dato origine ai germogli tedeschi contaminati dal ceppo 04 dell'E.Coli è i meloni convenzionali contaminati dalla listeria sta sempre in comportamenti ideologici o meno.

Vale a dire che i semi non avevano nessuna possibilità di essere disinfettati efficacemente in quanto il protocollo del produrre biologico lo impedisce (sono proibiti il lavaggio dei semi con soluzioni clorate e la loro sottomissione all’irraggiamento, che sono metodi efficacissimi contro i batteri).

Per contro nel caso dei meloni di cui si parla (tenendo conto anche che la listeria sopravvive anche alle basse temperature del frigorifero ed vive ad un range di pH molto ampio) credo che una maggiore cura da parte dell’agricoltore avrebbe potuto evitare l’epidemia (è ben noto che la listeria è abbastanza diffusa). Per precauzione era sufficiente un accurato lavaggio dei frutti prima del commercio.

Comunque il coltivare biologico è ancora più in posizione di pericolo in quanto l’uso di materia organica di varia provenienza come solo concimante li espone molto di più. Quindi siccome prevedo già che si cerchi di imbrogliare le carte facendo gran cassa su questo episodio di infezione da agricoltura convenzionale voglio mettere le mani avanti.

mi hai dato un motivo in più per provare a coltivare senza concime, naturalmente con abbondante pacciamatura

io ho l'abitudine di lavare sia il popone (melone), sia il cocomero (anguria) sotto l'acqua corrente, spazzolando bene per eliminare i residui di terra e lo sporco. Lo faccio per non contaminare la polpa tramite il tagliere e le mani. Mi chiedo se questo sia sufficiente per eliminare il pericolo della Listeria monocytogenes.

I due rimedi che ho trovato in letteratura contro la listeria sono la cottura, ma evidentemente non puoi cuocere meloni e angurie, e nel caso della verdura il lavaggio accurato.

io non ho mai lavato un melone in vita mia, anche se a volte la buccia puzza addirittura di letame. mi lavo le mani prima di toccare la polpa ma oggettivamente credo che già nel taglio della fetta, il coltello tocca prima la buccia poi la polpa e quindi il rischio c'è. come ci si può difendere?

Il batterio che indichi pur cattivo ,sembra abbia una percentuale epidemiologica piuttosto bassa . Certo non sottovalutato , ma se non ricordo male la profilassi è l' accurata pulizia e bollitura (ove previsto )degli alimenti . Quindi rientra nelle normali misure di precauzione ed igiene . Le cifre indicate dicono dove sono state rilevate : centro città , periferie, periferie degradate ? 18 Stati americani ... personalmente l'America ha delle cose positive , ma ha dei contrasti sociali che fanno rabbrividire ; per il resto molto ma molto meglio l'Europa . Periodo storico permettendo ....

Comunque neanche io ho mai lavato un melone...

Per la serie vivere/mangiare pericolosamente anche bere o ingerire acqua può uccidere , a causa di una creatura (Naegleria fowleri) più diffusa di quanto immaginiamo: http://www.ilsussidiario.net/News/Curiosita/2011/8/18/AMEBA-KILLER-Stati-Uniti-due-giovani-e-un-uomo-muoiono-dopo-aver-fatto-il-bagno/201420/

Dal terrorismo culinario passiamo al Gelo di anguria (o gelo di mellone)?

Brutta storia... per cambiare argomento, che ne diresti Dario di una puntata sugli aromi "segreti" della piu` nota bevanda gassata, e anche sugli zuccheri che contiene?

se ne volete sapere di più, in particlate circa la malattia nell'uomo, nell'animale, la diffusione e la trasmissione, vi è questo link:

http://www.antropozoonosi.it/Malattie/Listeria/Listeriosi.php

A proposito la mia famiglia con la listeriosi si è magianta 50 ettari di terra. Si era nel 1929 e mio nonno aveva appena comprato una nuova azienda, facendo una parte di debito evidentemente, ma che contava di pagare con i prodotti della stalla (siamo in zona parmigiano reggiano). Purtroppo un'epidemia di listeria ha fatto abortire per 15 mesi di seguito tutte le vacche (e dagli che mi tocca usare sempre questo deprecabile e offensivo vocabolo...) Evidentemente il debito è rimasto tale. Con l'avvento della "quota novanta" (recessione) mio nonno si è fatto paura ed ha venduto la terra in piena recessione incassando un terzo di quello che aveva speso (sono solo serviti a pagare il debito).

Veramente quando lavoravo (gratis) all'ARPA/ufficio igiene/comediavolo si chiama adesso la listeria la cercavamo di routine su tutti i vegetali da mangiare crudi, soprattutto l'insalata da foglia (oltre che nei latticini). La si lasciava a mollo in un pratico brodino di coltura per una settimana, a bassa temperatura, poi si usava un terreno di selezione apposito (mi pare Fraser o un nome del genere). Una puzza che non ti dico.

Io i meloni in genere li lavo, ma il lavoro di cui sopra mi ha lasicato una lievissima paranoia, e visto che stanno per terra, li sballottano tra camion e mercati, etc etc, un bagnetto non gli fa male.

gianluca, "io non ho mai lavato un melone in vita mia, anche se a volte la buccia puzza addirittura di letame." http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Merda

curiosita': i meloni non dovrebbero essere spazzolati e lavati (in acqua clorata, of course) direttamente alla produzione?

Ps: in quanto a "pericoli dal cibo" mi sembra che sia sfuggito all'attenzione dei piu' il recente focolaio di opistorchiasi a Viterbo, per ingestione (neanche a dirlo) di pesce crudo... http://www.salute.gov.it/dettaglio/dettaglioNews.jsp?id=1668&tipo=new (attualmente sito down, sorry)

Guardate l'ultimo rapporto Rasff https://webgate.ec.europa.eu/rasff-window/portal/index.cfm?event=searchResultList&NewSearch=true%A5tYear=2010&WeekSwitcher=other&NotifWeek=36&NotifYear=2011 gli allarmi per Listeria, Anisakis, salmonella ecc sono molto comuni e ricorrenti. Non siamo più abituati alle normali regole d'igiene, lavare la frutta e verdura, il frigorifero ed il resto, pensiamo che sia un pericolo lontano, invece poi succedono i guai. Mi ricordo mia madre che ci diceva di sbucciare le banane con una mano e mangiarla con l'altra senza toccare il frutto, perchè ai tempi suoi era facile contrarre l'ameba che albergava sulle bucce delle banane provenienti dalle colonie, evidentemente poco pulite.

La popolazione americana è molto più "sensibile" alla listeria di quella europea. In Europa il consumo da secoli di salumi e formaggi e quant'altro di stagionato/affumicato che saltuariamente conteneva un quantitativo, anche se limitato, di listeria, si pensa abbia dato una maggiore resistenza a questo batterio. A riprova di questo nei prodotti alimentari in america ne è vietata assolutamente la presenza, invece in Europa ne è accettata la presenza di piccole quantità per grammo, in particolare in ambienti dove la riproduzione non trova le condizioni ideali. Questo non toglie che sia un batterio molto pericoloso anche per noi se presente in colonie numerose e in condizioni ideali di riproduzione. Quanto detto viene da mie letture e esperienze, ma sono pronto a correggermi se altri hanno dati più attendibili.

Come ho detto sopra in coltivazione convenzionale normalmente non lo si fa, mentre in coltivazione biologica è addirittura proibito farlo (almeno con acqua clorata), comunque la listera sembra abbia un range di resistenza al pH che va da 4,8 a 9,6. Comunque le epidemie di listeria da verdure crude sono molto meno numerose che da carni crude e pesce crudo

Per non parlare di quelle dovute al formaggio prodotto con latte crudo (famose quelle in Francia a causa del Vacherin Mont d'or, squisitissmo !!!)

Comunque i meloni, specialmente quelli retati con la buccia piena di recessi sono difficilissimi da lavare e pulire...

(io lo faccio sempre... sebbene sia scettico sul risultato)

Posso permettermi un consiglio? Io eviterei di comprare formaggi dal banco tagli di quei negozi/minimarket che vendono l’anguria a fette: è molto probabile che coltello e tagliere siano gli stessi.

i lavaggi in acqua clorata sono battericidi non per il pH, ma per l'ipoclorito contenuto. L'ipoclorito è uno dei più efficaci ed economici battericidi disponibili, ed è efficace già a basse concentrazioni (alcuni ppm) se i tempi di contatto sono lunghi: la famosa "amuchina" altro non è che una soluzione di ipoclorito di sodio con una concentrazione in ipoclorito dell'1%, di elevata purezza; la candeggina classica ha una concentrazione del 2.7%. Non è una cattiva idea lavare i meloni, come le angurie. Non ci vuole molto e si elimina la maggior parte dei batteri presenti sulla buccia.

Ho chiesto a mio figlio informazioni sul lavaggio alla produzione delle angurie e dei meloni, è infatti il direttore marketing di una azienda leder sul mercato, Si tratta della Lorenzini Naturamica di Sermide che produce frutti di alta gamma. Pensa che ogni frutto che viene messo in commercio è analizzato con il sistema Nir a raggio laser per il contenuto zuccherino e quindi diviso in categorie. Inoltre il raggio laser incide sulla buccia un numero che permetterà al cliente che lo compra di collegarsi al sito internet della ditta e conoscere le coratteristice del suo melone, vale a dire tracciabilità individuale.

E' quindi una ditta che è sensibile a questioni di sicurezza alimentare, ebbene il problema risiede nelle ASL che considererebbero le acque reflue conteneti battericidi dei rifiuti speciali e quindi smaltibili solo con impianti molto costosi e poi il melone si potrebbe inquinare nei successivi passaggi ecco perchè si preferisce rimandare l'operazione al consumatore finale.

Che dirti, Alberto... I limiti per lo scarico di acque reflue industriali sono pari a 0.2 mg/l per il cloro attivo, corrispondenti a 0.2 ppm. Da notare che l'acqua potabile ha un contenuto massimo ammesso di cloro libero pari a 5 mg/l e minimo di 0.5 mg/l (OMS). Quindi se un'industria scarica nelle fognature l'acqua del rubinetto, può venire multata...

che io sappia l'industria alimentare (data la delicatezza igienica delle lavorazioni) gode di ampie deroghe sui reflui, anche se magari localmente le cose possono variare non di poco

Sei sceso dall'empireo della scienza ad un livello di base del marketing, leggo. Voglio dare anch'io una mano a tuo figlio.

"Una presentazione: L’Azienda Agricola “ Lorenzini Naturamica®” Nella punta estrema della Lombardia, a Santa Croce di Sermide, MN, in una zona equidistante da Mantova, Modena e Ferrara, è attiva l’Azienda Agricola Lorenzini Naturamica®, leader nella produzione del melone di qualità in Italia e riconosciuta come tale anche all’Estero: idee chiare e motivazione alla ricerca della qualità (con relativa tracciabilità) sono i motori di questa Impresa e della famiglia Lorenzini che la guida con passione e professionalità. L’Azienda dal 1984 ad oggi ha sempre più caratterizzato la propria produzione in questa direzione, giungendo attualmente ad una coltivazione diffusa su una superficie di oltre 500 ettari, secondo un ritmo di crescita esponenziale: 6.000 sono attualmente le tonnellate di melone Cantalupo e Charentais prodotte dall’azienda. La ricerca della eccellenza permea tutta la politica aziendale e continua tuttora in ogni ambito, per arrivare a garantire una qualità completa e distintiva. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

"ecco perchè si preferisce rimandare l’operazione al consumatore finale."

Ossia la ASL mi consiglierebbe di sbucciare il melone? Ovvia, ovvia non diamo l'ovvio per il certo, laser permettendo. Ti auguro una perfetta Domenica nell'orto.

AD blues, se il Vacherin Mont Dor lo prepari come si deve ti puoi mangiare pure la crosta. Ti serve un Vacherin intero, quindi ne devi cercare uno di dimensioni adatte al numero e alla fame dei commensali.

Predere il formaggio nel suo bel scatolino di pino, privato di ogni imballaggio supplementae di plastica e da etichette varie, avvolgere il fondo dello scatolino con la stagnola, e mettere su una teglia da forno (senza coperchio, o usare il coperchio come extra fondo sotto la scatola). Con un cucchiaio fare un "nido" nella crosta e versarvi un paio di cucchiaiate di vino bianco, richiudere il buco Mettere in forno ben caldo finché la crosta é ben dorata e il tutto si é sciolto in una massa goduriosa. Servire ben caldo uso fonduta: vino bianco di cui sopra e cubetti di pane un po' raffemo. Magari un paio di cetriolini e cipolline a parte per rinfrescare.

"Con l’avvento della “quota novanta” (recessione) mio nonno si è fatto paura ed ha venduto la terra in piena recessione incassando un terzo di quello che aveva speso (sono solo serviti a pagare il debito)."

Eh, si avere dovuto contrarre debiti e poi doversi risolvere a pagarli é una situazione veramente dolorosa per chi sa che la coltura in campagna e gli allevamenti costutiscono un'enorme rischio economico. Le sfortune famigliari sono sempre immanenti ed umanamente comprensibili e condivisibili. Quindi, pur litigando con te, apprezzo quest'apertura di cuore e di memorie che ti rende leggermente e lievemente più umano nella delicatezza dei ricordi personali. Son certo che la tua famiglia di origine e tu stesso siate tutti persone irreprensibili, lavoratrici ed oneste. Non mi rispondere (lo hai dichiarato tu e lo hai promesso). Non fare però pubblicità gratis, nel contempo, altrimenti mi dovrò contraddire. A me povero di cuore, capoccione stupido ignorante e testardo senz'eredità le polemiche (anche gratuite) mi mandano in un: "brodo di giuggiole" e mi fanno sentire vivo accanto a qualcuno. Insomma sempre meglio che discutere di politica...il fine settimana. So di essere contradditorio e sin troppo evanescente.

Io sbuccio semplicemente tutto primo dell' uso, come si suoldire, al vivo. Poi lavo il cortello o uso uno differente ed ecco la fetta pronta per l' uso. Meloni, cocomeri, zucche, arancie etcetera. Grazie Dario per esistere! Mi sono fatto spedire i tuoi libri dall' Italia, semplicemente istruttivi e comprensibili. Dimenticavo, io vivo in Olanda!

Lavando i meloni e le angurie il problema diviene molto più complesso del solo smaltimento di acqua clorata, infatti, nell'acqua vanno a finire residui di terra che in una produzione intensiva sotto tunnel plastico è, se del caso, disinfestata con sostanze per uccidere gli insetti terricoli, ed inoltre vi confluiscono anche i residui dei trattamenti antiparassitari in vegetazione e che si depositano anche sulla buccia.

L'acqua quindi diviene un prodotto da stoccare e poi inviare in appositi centri per la depurazione ed i costi sono notevoli.

Per evitare qualsiasi contestazione ecologista, in caso di lavaggio la prassi suddetta rimane obbligatoria anche nel pieno rispetto dei periodi di carenza dei prodotti di trattamento e dei residui di anticrittogamici. Infatti avendo il prodotto della ditta accesso alla distribuzione di alta gamma si esegue un particolare e accurato controllo del rispetto dei regolamenti sanitari.

A. Guidorzi. Ma che fai? Ti aiuto qui pubblicamente nella diffusione di una pubblicità per nulla occulta e nemmeno mi ringrazi? Irriconoscente.

Ma non fai prima ad irraggiare con raggi gamma la frutta? Lo fanno tutti. Daccordo che si fa ma non si dice. E' una domanda tecnica. Prima lavar via il terriccio, ovviamente, ma poi sul trattamento delle acque residue di lavorazione, io che non sono tecnico agronomo, non ci ho capito nulla. Immagino che occorra pagare la bolletta dell'acqua. Più che l'alta gamma della Ditta del tuo figliolo consiglio diffondere gli indirizzi ove queste straordinarie e quasi mistificate prelibatezze vengono vendute in Italia. Se poi il mercato è quello estero ben venga la produzione di qualità top ed il buon nome della Ditta.

Io eviterei di comprare meloni privi di tracciatura. Sono campato un sacco d'anni anche senza meloni. Consumarli a giorno fatto evitando l'assunzione congiunta in dosi massiccie di prosciutto grasso durante il calare del giorno ed effettuare abbondante, intenso esercizio fisico per favorire la digestione del frutto indigesto e di discorsi veramente troppo tecnici ed inutili. Braccia e menti rubate all'agricoltura delle patate e dei grani.

"ed il buon nome della Ditta" che aiuta l'economia nazionale nel momento di crisi economica. ...Era saltata qualche parola

Non sono un assiduo frequentatore di blog, per la verità frequento solo questo, quindi non posso dire di aver acquisito un'adeguata esperienza al riguardo, anzi ... Ad una conclusione però sono arrivato, ossia che a volte ma bada bene solo a volte, sarebbe meglio astenersi dallo scrivere. Spesso lo faccio e limito la mia interazione alla sola lettura degli altrui commenti traendone un gran beneficio.

Mettetela come volete, ma a me il melone marchiato con il laser mette una certa inquietudine. Tra l'altro un laser che "marchia" non è un apparato ad alta energia ? E poi il mio melone laserato posso tracciarlo via internet ? E se scopro che ha viaggiato per 2000 miglia ? Mah. Comunque la frutta è per definizione "sporca" e va lavata accuratamente, anche se non ne mangi la buccia. Ovvero va evitato di tagliarla permettendo al coltello di trascinare germi e altro all'interno della polpa. Ricordate la storia delle banane che trasmettevano la giardia ? Spesso ai bambini si dava mezza banana ..... Analogamente come NON si usa il coltello con cui si è tagliato il pollo o la carne crudi per tagliare cibi cotti. Per inciso, l'unico caso di lysteriosi che ho visto era in una gestante che si infettò consumando latticini "naturali" , trasmettendola anche al feto ancora in utero (con parto pretermine, neonata settica, ecc., ecc. ecc.)

Chi l'ha fatto per primo, è l'ho detto sopra chi l'ha fatto, aveva uno scopo precipuo, vende meloni analizzati uno ad uno per il contenuto di zuccheri e quindi assicurare qualità.

Evidentemente il costo dell'analisi non invasiva era elevata in quanto l'impianto costava molto, ecco quindi che la stampigliatura e relativa tracciabilità rende il frutto rintracciabile via internet.

Ci sono, però, ormai molti concorrenti che sulla scia dell'atout pubblicitario creato dal numero stampigliato e dalla tracciabilità ora hanno scopiazzato e si limitano a stampigliare numeri a caso e senza nessun riferimento.

IL problema di una ditta con un marchio è il poter resatre sul mercato il più possibile e quindi opera su vari luoghi di produzione ed a latitudini diverse. In questo caso evidentemente finita la produzione in loco le altre devono essere trasportate dove c'è l'impianto di analisi

Io lavo SEMPRE angurie e meloni, per uso casalingo. Sul lavoro aggiungo anche una soluzione disinfettante. In mancanza, ipoclorito.

Abitudine presa in Africa, in tempi di colera, frutta e verdura ( e uova) passavano per acqua clorata

Ma sbaglio o ci stiamo ripetendo?

Avevamo già parlato di pesce al sale, di sale sulla bistecca ... etc etc

L'albume per il pesce al sale è un trucco ( ignobile e malandrino ) , usato da chi non ha mai imparato a farlo ... Il pesce al sale, senza albume !!!

Sale sulla "bistecca": se avete

Dicevo, se amate cucinare sulla pietra vi suggerisco di non salare la carne, ma salate la pietra, con sale mediamente grosso. La carne (pesce, verdure ...) non si attaccheranno, e senza danneggiare il prodotto si formerà una crosticina gustosa, salata, ricca di molecole aromatiche (Maillard) Provate con due pezzettini di carne, con sale sulla pietra e non.

Potete anche provare in padella

Forse il commento va spostato sul sale, chiedo venia

Chef: i miei potenti mezzi non mi permettono si spostare un messaggio: puoi riscriverlo di là Comunque, se non usi l'albume devi mescolare sale fino e grosso, vero?

Sale fino e grosso, se vuoi, e spruzzare sopra un po' d'acqua con lo spruzzino. Ma viene anche con sale grosso e basta.

Basta provare qualche volta (con del pesce non caro)

Quasi tutti non mettono abbastanza sale.

E a proposito, ho un bella domanda che ti vado a postare nella pagina giusta

Carlo scrive: 30 settembre 2011 alle 17:36 Non sono un assiduo frequentatore...e leggo

Parassita anche tu? Paura di esprimere un parere od una opinione? Ti aspetto

xeskochef: perchè dici che "L’albume per il pesce al sale è un trucco ( ignobile e malandrino ) , usato da chi non ha mai imparato a farlo …"? Personalmente il pesce al sale lo faccio con il sale grosso, però ho assistito ad una prova di uno chef (non mi ricordo il nome però) che ha utilizzato un impasto di albumi e sale fino e il risultato era gustativamente buono credo indistinguibile dal pesce cotto nel sale grosso (non è stata fatta una prova comparativa).

"Evidentemente il costo dell’analisi non invasiva era elevata in quanto l’impianto costava molto, ecco quindi che la stampigliatura e relativa tracciabilità rende il frutto rintracciabile via internet".

La qualità è innegabile, ma immagino che la tracciabilità del melone via internet sia cosa specifica dei grossisti e distributori. Vedo in difficoltà la casalinga di Voghera ed i mercati rionali. Se la boutique del melone è aperta io partecipo, ma non ho ricevuto ancora sino ad adesso indicazione dove acquistarli. Li comprerò e li faro analizzare. Dopo se ne potrà parlare ancora. La superbia non è la virtù dei forti e nemmeno dei virtuosi.

Concordo. Alle banane va sempre tagliata la tersta e la coda. Al fine ne rimane metà, come tu ricordi. La banana al laser sarebbe uguale come potere di diffusione di agenti patogeni o vermi.

No, solo un pacato consiglio. Poi vedi tu ....

Riguardo alla rintracciabilità dei meloni del Guidorzi, sul sito dell'azienda troverai l'elenco dei rivenditori, basta saperli cercare ovvio ....

Approfitto della tua ricomparsa per segnalarti che all'articolo "La Cipolla Maillard", il mese scorso, ho postato un ringraziamento per i consigli per l'esecuzione della tua ricetta del "Risotto estivo al lambrusco".

Il Pesce al sale UNO Lo fa come vuole, se non si riesce solo con sale, si fa con sale e albume.

In montagna, quando andavo a scalare, alla Sbarüa oppure ... altre palestre o in montagn, c'erano quelli che da puristi usavano i chiodi solo per agganciare i moschettoni, che sarebbero serviti come sicurezza in caso di caduta inaspettata.

Altri che "tiravano" sui chiodi, per tirarsi su, oppure come appoggio per i piedi.

L"etica" del Climber non lo permetterebbe, i chiodi non si toccano, non ci si aiuta, si sale mani su roccia, piedi su roccia, si conta sui chiodi solo in caso di caduta.

MA potremmo dire che ... CHE IMPORTA ? Alla fine della via di roccia, tutti avremo goduto dello stesso piacevole paesaggio, tutti saremo arrivati in cima, in un modo ... o nell'altro.

Ma se non ti sei aiutato "tirando" sui chiodi scendi dal sentiero, con l'intima soddisfazione di aver fatto tutto, "commilfo", come si deve. Chi si è aiutato sui chiodi si è divertito? Bene! Beato lui!

Quando fai il pesce al sale con l'albume, riesce sempre, crei un meringone, facile da costruire, facile da gestire per il cameriere etc etc

QuNdo lo fai senza albume riesce MEGLIO e non è una cosa che un esperimento in doppio cieco possa risolvere, non so se mi spiego ! !

@ Carlo Grazie per la nota, vado a leggere

Da alcuni mesi provvedo a lavare i meloni ed i cetrioli con il detersivo antisettico per le stoviglie. Esprimo a Dario Bressanini il mio ampio apprezzamento per la sua rubrica Scienza in cucina che leggo regolarmente.

grazie per la spiegazione. Con me sfondi una porta aperta. Anche se debbo dire che comunque una prova la farò sicuramente perchè il "metodo scientifico" per i frequentatori di questo blog deve essere il "verbo"!

Sono dell'opinione che occorra evitare allarmismi e applicare sempre le buone pratiche igieniche quando si manipolano tutti i cibi, ricordando soprattutto di lavare accuratamente e frequentemente le mani:

1 evitare di conservare i meloni (ma in generale tutta la frutta e verdura) a lungo nel frigorifero 2 lavare i meloni prima di tagliarli 3 lavare le mani prima di sbucciare le fette 4 eliminare completamente la buccia prima di metterli nel piatto (è assolutamente da evitare la pratica che ho visto in molti ristoranti di servire prosciutto e melone nello stesso piatto con il melone ancora con la buccia!) 5 preparare i meloni poco prima del consumo in modo da non dare tempo agli eventuali microrganismi che dalla buccia hanno contaminato la polpa di moltiplicarsi (la listeria può moltiplicarsi anche in frogorifero, soprattutto in estate quando i frigoriferi domestici difficilmente mantengono la temperatura inferiore a 6°C)

Inoltre anziani, immunodepressi, bambini molto piccoli e donne in gravidanza, i soggetti più a rischio di listeriosi, dovrebbero evitare di consumare alimenti crudi dei quali non conoscono le modalità di preparazione. Buon appetito!

Dopo i germogli ed i meloni ecco le olive Bio. http://www.ilfattoalimentare.it/allerta-botulino-olive-biologiche-mandorle-gaudiano-foggia-rasff.html aspettiamo il prossimo caso di bioschifezze.

Tu ben sai che io sono contrario all'estendersi della coltivazione biologica, ma non al coltivare biologico in sé, ma in questo caso non mi sento di incolpare il sistema di coltivazione, a mio avviso le cause sono da trovarsi nella conservazione in vaso.

Che poi sia scandaloso che si qualifichi biologico un oliveto (e soprattutto che ci sia chi lo certifica) solo per il fatto che esiste da tempo e non lo si vuol coltivare (e ce ne sono tanti), ma si trova comodo farlo dichiarare biologico, è altrettanto vero.

Facciamoci una domanda e diamoci una risposta! Se l'esperienza é un valore, allora vi racconterò la mia. Di fatto, negli ultimi 25 anni mi son, tra l'altro, interessato di gelati, una produzione che tramite la mia azienda ho anche provveduto ad esportare. Ho prodotto quantità importanti di gelati alla frutta utilizzando solo frutta fresca o al massimo frutta che provvedevo a congelare in proprio per ovvie ragioni di stagionalità. Di meloni, in particolare ne ho utiilzzati, in tutti questi anni, svariate tonnellate, ma anche limoni fragole, ecc. Mai, ribadisco mai i controlli, fatti anche su base anche volontaria, hanno evidenziato valori microbiolgici fuori della norma di legge e nemmeno, questione fondamentale, non ho avuto il più piccolo problema sanitario. I meloni, non li ho mai disinfettati, semplicemente stavo accorto nel manipolarli quando li sezionavo. Cosa dire, che mi é andata bene? No, semplicemente che 25 anni di intensa attività sono un tempo sufficiente per capire se stavo lavorando bene o se invece stavo rischiando di avvelenare qualcuno. L'esperienza ed i controlli effettuati hanno evidenziato il fatto che, certe teorie catastrofiste, vanno assolutamete sfatate. Diversamente avrei compiuto io, una strage immane, vi pare?

Sono un vecchio agronomo e sono d'accordo con te.

La cosa che oggi fa deviare il tutto è la malaidea, che ha fatto molta strada però, che il chimico è veleno mentre lo stesso identico chimico derivato dalla natura è salutare. Oppure che il coltivare che ci ha dato cibo a sufficienza è obbrobrioso, mentre da preferirsi è il coltivare che una volta non dava da mangiare a tutta la famiglia.

Si è dunque formata un domanda di prodotti " più naturalmente" ottenuti (cosa significhi lo sanno solo loro) che supera di gran lunga l'offerta. Ma sono cambiate anche altre cose:

1° il letame che non è più quello di una volta in quanto non più ottenuto nei tempi per farlo maturare e non è più così abbondante. Si opta pertanto su ogni tipo di materiale organico della cui composizione e sopratttutto contenuto microbico vi è da dubitare.

2° il nostro mondo sviluppato non può permettersi di produrre senza poter contare su un quantitivo producibile certo e quindi non può rispondere in toto alla domanda che gli viene rivolta. Inoltre, il cibo cosidetto biologico, essendo divenuto un prodotto elitario chi lo vende cerca di sfruttare la situazione per lucrare plus valori elevati e quindi tende a comprare la materia prima anche in paesi sottosviluppati dove la paga meno e che ancora producono cose da noi abbandonate.

E' da qui che vengono i maggiori pericoli, inoltre se capita qualche inghippo, non essendo la filiera tracciabile non si può intervenire subito, mentre nelle filiere alimentari organizzate, tutte tracciabili si può bloccare sul nascere ogni inconveniente o addirittura intervenire già a livello di dubbio.

La tracciabilità, le industrie agroalimentari l'hanno introdotta molto prima che il grand pubblico venisse a conoscenza del concetto e ne facesse un'esigenza. E' ed era un loro preciso interesse di avere sotto controllo il loro produrre, indipendentemente dalle richieste della clientela.

Gentile Alberto Guidorzi, fa piacere che, persone esperte, sappiano riconoscere e indicare la giusta strada per guardare con fiducia agli alimenti sani e nutrienti che in Italia si producono comunemente, senza fondamentalismi. Tra l'altro, pur essendo del Nord-est, sono un grande fautore delle produzioni agricole del nostro Sud. Le caratteristiche ambientali del nostro meridione, fatte salve alcune zone, purtroppo irrimediabilmente inquinate, sono eccezionali. Basti pensare all'umidità relativa molto bassa dell'aria, alla forza dell'irraggiamento solare. Condizioni queste che consentono produzioni di grande qualità a prescindere, tra l'altro, ottenute con un uso di antifunginei limitatissimo. Basti pensare al grano duro prodotto nel nostro meridione, con un tenore di aflatossine molto basso rispetto alle produzioni nord europee e canadesi, date le caratteristiche ambientali. Non sfugge a me che le emergenze alimentari degli ultimi anni siano sorte fuori dal territorio nazionale, pensiamo al morbo della mucca pazza, dovuta al fatto che ai bovini scozzesi si somministrasse della carne. Mi rendo conto di aver svicolato dall'argomento principale, ma credo fermamente che il nostro sud potrebbe rappresentare il nuovo eldorado delle produzioni agricole di qualità. Qualità totale, fatta di prodotti altamente nutritivi, ricchi di proprietà benefiche. Altro che farmaci, questa é la nostra farmacia a cielo aperto; non servono, con tutto il rispetto, tante medicine; serve mangiare prodotti di qualità, non alimenti di dubbia provenienza trattati magari con prodotti chimici che da noi abbiamo eliminato da decenni, in quanto altamente tossici! Per affermare che l'esperienza ci insegna che basta una normale e sistematica igiene e il controllo delle temperature di conservazione per tutelarci agevolmente la salute. Viviamo in un molto altamente globalizzato, sta a noi però dare la preferenza a prodotti che provengono dal nostro Paese, se impareremo davanti a un vassoio di fragole a selezionarle guardando la provenienza, avremo fatto qualcosa di importante per la nostra salute e anche per la nostra economia.

Bruschetta di pomadora e fungi ripiene

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