Cosenza, Sandra e Carmine: "Non abbiamo i soldi per il mutuo, la nostra casa andrà all'asta" - QuiCosenza.it

2022-09-10 13:15:27 By : Ms. Ann Lee

I coniugi vivono in un appartamento a via Popilia, acquistato nel 2007 dopo molti sacrifici. Entrambi hanno perso il lavoro. Il loro appello disperato a QuiCosenza

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COSENZA – Se la vita delle persone si legge sul palmo della mano destra, quella di Sandra e di suo marito Carmine è scritta sull’anulare sinistro, che entrambi mostrano tristemente nudo. “Lo scorso inverno c’era la bolletta della luce da pagare e non avevamo i soldi. A malincuore abbiamo fatto l’unica cosa che, in quel momento, potevamo fare. Ci siamo sfilati le fedi dal dito e le abbiamo vendute. In cambio c’hanno dato duecento euro, che sono serviti per la bolletta e per qualche altra piccola spesa”.

Sandra e Carmine (“Non abbiamo fatto figli, siamo stati vagabondi”) 56 anni lei, 58 lui, abitano al secondo piano di un bel palazzo bianco e grigio costruito di recente su via Popilia. “Abbiamo comprato casa sul progetto. Poi, quando i lavori sono finiti, nel 2007 siamo stati i primi ad arrivare”. Fino ad allora, abitavano (in affitto) in un palazzo su corso d’Italia dove entrambi lavoravano come portieri. Il sogno però era sempre stato quello di avere una casa tutta loro. Alla fine, sacrificio dopo sacrificio, ci sono riusciti. Sandra ha da pochi minuti aperto il portone di legno massiccio. “Avevamo scelto le porte migliori”, dice con orgoglio suo marito Carmine che poi però preferisce farsi da parte.

Il soggiorno (come tutte le altre stanze) è arredato con gusto e semplicità. “Siediti qui vicino a me”. Questa donna esile e provata, è garbata e gentile nei confronti della cronista venuta a raccontare la sua storia di disperazione. “Nella mia vita ho sempre lavorato. Dopo l’esperienza di portineria, decisi di creare un’impresa di pulizia tutta mia. Si chiamava ‘Ecofull’. Riuscii ad aggiudicarmi appalti importanti: il provveditorato agli studi, la caserma della Guardia di finanza, la Biblioteca civica di Cosenza, oltre a numerosi studi professionali e condomini. Certo, mi toccava alzarmi alle due di notte ma non era un problema. E poi non ero sola: c’era mio marito a darmi una mano e, per alcuni anni, anche una decina di dipendenti. Guadagnavamo bene e quel mutuo di 160mila euro aperto per acquistare quest’appartamento ci sembrava davvero a portata di mano”. Dal 2007 e fino a tre anni fa, quella rata mensile da quattrocento euro e rotti da versare alla banca, Sandra e Carmine l’hanno sempre onorata. Anche se, un poco alla volta, diventava sempre più difficile. “Abbiamo iniziato a perdere un appalto dietro l’altro. Senza contare che, a causa della crisi finanziaria della Biblioteca civica, abbiamo visto polverizzarsi circa diecimila euro”. Alle difficoltà lavorative si sono aggiunte le vicissitudini della vita.

“Entrambi i miei genitori sono morti. Erano la mia colonna portante. Mi sono sentita persa. Non mangiavo più e sono dimagrita di sessanta chili. Ero profondamente depressa. Lavorare mi sembrava impossibile. Mio marito mi ha sostituita, ma poi anche lui si è ammalato gravemente di cuore e non è più stato in grado di lavorare”. Sandra asciuga le lacrime che le scendono dagli occhi col fazzoletto che stringe tra le mani. “Ricordo ancora il giorno in cui ho detto a Carmine ‘Speriamo di riuscire a pagare il mutuo anche il prossimo mese’, ma come temevo non ci siamo riusciti”.

Con la banca le hanno provate tutte. Inutilmente. E, dopo un po’, è arrivato il primo dei tanti decreti ingiuntivi. “Abbiamo chiesto la rinegoziazione del mutuo con una rata più bassa, ma non c’è stato niente da fare”. Soldi in casa, ormai, non ne entravano più. Da quando Sandra e suo marito hanno smesso di lavorare, la loro sopravvivenza dipende in larga parte dal sostegno della Caritas della parrocchia San Francesco di via Popilia. “Una volta al mese, vado a ritirare il pacco del Banco alimentare. Farina, pasta, olio, scatole di pelati, formaggio, carne di pollo, zucchero, caffè. Il pane qualche volta lo faccio io in casa. Sono brava, sai!”. E sono sempre i volontari della Caritas a chiamare al telefono Sandra per dirle che in parrocchia sono appena arrivati dei vestiti o delle scarpe e se vuole può andare in chiesa, perché magari c’è qualcosa che le piace, che le sta bene addosso. “Certo che vado. Non è vergogna. Quando me lo potevo permettere, ero io ad aiutare gli altri”. Il resto lo fa il sacerdote. “Quando può, mi dà qualche soldo di tasca propria, piccole somme di denaro che servono per le bollette e per le altre spese quotidiane”. Per quattro volte Sandra e Carmine hanno provato a presentare domanda per ottenere il reddito di cittadinanza. La risposta è stata sempre la stessa: siete proprietari di una casa, il valore dell’immobile è alto, non rispettate i requisiti di legge. Un paradosso, uno scherzo beffardo del destino o forse, semplicemente, una legge che andrebbe rivista. Come se con quelle quattro mura di cemento ci si potesse fare la spesa al supermercato!

Le giornate di Sandra e Carmine trascorrono lente. Sullo spazioso balcone adorno di piante, s’ode il cinguettio di un uccellino in gabbia al quale Sandra ogni tanto regala una coccola. Alle pareti, le foto degli affetti scomparsi. Su un piedistallo, la statua di gesso di Padre Pio. A lui s’è affidata Sandra quando, tre giorni fa, hanno suonato alla porta di casa. Difficile che fosse un inquilino del palazzo, venuto a portare un piatto caldo o magari una parola di conforto. “Macché – sospira Sandra – è peggio che al nord. L’amministratore c’ha addirittura presentato un atto ingiuntivo, perché non siamo stati in grado di pagare le spese di condominio”. Infatti, a bussare, era un ufficiale giudiziario. In mano aveva una busta verde. “Sapevo che, prima o poi, sarebbe arrivata ma non ce l’ho fatta ad aprirla e l’ho passata a mio marito”. Fogli su fogli, tenuti insieme da un punto metallico. Termini giuridici, parole complicate. Forse addirittura inutili da leggere, tanto il senso di tutto era lì buttato in prima pagina, chiaro, nero su bianco. “C’è scritto che la nostra casa andrà presto all’asta. Prezzo base 43mila euro. Ma si potrebbe scendere fino a 32mila euro. Questo valgono i sacrifici di una vita intera!”.

Il pianto di Sandra diventa inconsolabile. Le lacrime tornano a bagnarle il volto. Sono notti che lei e suo marito Carmine non chiudono occhio. In tribunale non potranno andarci. Toccherà al loro avvocato comunicare per telefono l’esito dell’asta. “A questo punto, l’unica speranza è che nessuno decida di acquistare la nostra casa. Significherebbe avere ancora qualche altro mese di tempo per cercare una soluzione alternativa. Con un po’ di fortuna, potrei trovare un lavoro nuovo. Adesso sto meglio, ho la forza di ricominciare. Fammi un favore, scrivilo che ho bisogno di lavorare. Posso occuparmi di assistenza alla persona, non di notte però, perché mio marito è malato e ho paura a lasciarlo da solo. Potrei pulire appartamenti, studi, negozi, stirare. Dillo che mi chiamo Sandra Maccarrone e se qualcuno è interessato può contattare il vostro giornale. Aiutami, ti prego”. Ma certo, per così poco! Mi congedo con questo impegno.

Intanto, quelle che seguiranno, saranno ore di trepidante attesa per Sandra e suo marito Carmine che ricompare per i saluti. Depone sul tavolo un piccolo vassoio colmo di caramelle colorate: “Prendine una, sono fresche”: Scelgo quella alla fragola. Sa di dolce, come la vita che Sandra e Carmine avevano un tempo. L’involucro di carta rimane nella tasca del pantalone, quasi che liberarsene subito equivalga, in qualche modo, a scrollarsi di dosso frettolosamente l’infelice storia di Sandra e di suo marito. E alla fine mi dico che sì, la butterò più tardi!

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Marco Mazzuca del quale non si avevano notizie dal 3 settembre scorso è stato ritrovato nella tarda mattinata. A riconoscerlo una coppia

COSENZA – “Aiutateci a ritrovarlo”. Marco Mazzuca si era allontanato il 3 settembre scorso da San Marco Argentano. Di lui non si avevano più notizie e i familiari hanno vissuto giorni di apprensione. Il suo telefonino era stato ritrovato su un muretto a Cosenza e al momento della scomparsa indossava una camicia azzurra con le maniche corte e un pantalone di colore beige con tasconi laterali. “Chiunque lo abbia visto contattasse la prima caserma dei carabinieri” aveva scritto una parente su Facebook.

AGGIORNAMENTO Secondo quanto comunicato alla nostra redazione da una parente, il sig. Mazzuca è stato ritrovato in tarda mattinata. Era in centro città a Cosenza e sul posto sono intervenuti anche due familiari a seguito della segnalazione di una coppia che lo avrebbe riconosciuto. Sul posto anche i carabinieri hanno portato l’uomo in caserma per gli accertamenti del caso e per verificare il suo stato di salute.

A convocare l’incontro Pino Assalone, coordinatore di Democrazia e Lavoro – Sinistra Cgil alla vigilia della riapertura delle scuole

COSENZA – Il prossimo 14 settembre gli studenti torneranno tra i banchi in Calabria. “Immaginiamo di rovinare la festa a qualcuno, – scrive Pino Assalone – cioè a chi è abituato a ricordarsi in maniera strumentale, che esiste la Scuola il giorno dell’inizio delle lezioni, quando i potenti di turno occupano lo spazio dei media con fiumi di retorica, grancasse, tagli di nastro, auguri, ricordi e oscenità varie”.

“Accade puntualmente due volte all’anno: alla riapertura della scuola e quando iniziano gli Esami di maturità. Ed invece il 13 settembre, alla vigilia dell’inizio delle lezioni, come Sinistra Cgil – spiega Assalone – abbiamo organizzato un incontro con interventi molto qualificati per parlare di quello che nella Scuola cosentina non va e che andrebbe invece fatto. Problemi che nascondere sotto il tappeto non serve, se non per perpetuarli all’infinito facendoli diventare un destino ineluttabile”.

“Dal problema dell’inclusione sociale e della lotta all’abbandono e agli insuccessi che riguardano numeri crescenti di ragazzi delle fasce meno abbienti, alla penosa trasformazione del Convitto in una scuola d’élite, dalla mancanza di ogni garanzia nella continuità per il percorso di istruzione carceraria e serale per gli adulti (devastato dalla pessima gestione degli organici nel 2018, operato nel silenzio totale di tutte – senza esclusione alcuna – le Organizzazioni Sindacali regionali di categoria e di cui ancora si risentono i tristi effetti), al percorso previsto ma non attuato per migranti e la minoranza rom del nostro territorio, ai problemi legati all’aspetto strutturale e di sicurezza delle scuole nei nostri territori”.

“Di tutto questo vorremo iniziare a parlare – prosegue il coordinatore di Sinistra Cgil – convinti che questi argomenti sono spesso oggetto di interesse solo burocratico e formale o materia di convegnistica e passarelle. Solo in qualche situazione di eccellenza si affrontano realmente, riuscendo anche in risultati positivi che puntualmente non vengono adeguatamente valorizzati, forse perché si svolgono attraverso l’impegno di lavoratrici e lavoratori, a volte insieme a validi operatori sociali, che non amano né i riflettori né le piaggerie nei confronti delle dirigenze delle Amministrazioni scolastiche o i potentati politici di turno. E’ l’ora di mettere attorno ad un tavolo che diventi fisso ed operativo le tante persone che hanno a cuore le sorti dell’Istruzione e della Scuola pubblica per riflettere ed operare su quanto occorra fare”.

“Con determinazione e senza sconti o timori reverenziali e correi silenzi omertosi verso alcuno. Il prossimo periodo non potrà che peggiorare la situazione, è evidente che la crisi sociale morderà con ancora più ferocia il mondo del lavoro e le classi popolari. La Scuola può e deve ritornare ad essere un baluardo nella difesa dei diritti e della democrazia, del sapere autonomo e critico, della crescita della consapevolezza per trasformare l’esistente”.

L’incontro si terrà martedì 13 settembre nel cortile della Camera del Lavoro di Cosenza, con suor Lorena Armiento, insegnante ed operatrice dalla significativa esperienza in contesti troppo spesso dimenticati; Piero Fantozzi, docente emerito di Sociologia all’Unical con importanti studi sull’argomento e con un impegno fattivo costante nel Centro Storico con l’Associazione San Pancrazio; con Fiore Manzo, dottorando di ricerca e uno dei primi giovani rom cosentini a laurearsi. Parteciperà infine Aldo Trecroci, dirigente scolastico e consigliere comunale a Cosenza con delega alla Scuola. Per il mondo sindacale un rappresentante della Camera del Lavoro e Pino Assalone, coordinatore di Democrazia e Lavoro – Sinistra Cgil.

Il Gip ha confermato per Marcello Manna la misura degli arresti domiciliari. Il sindaco di Rende è accusato di scambio elettorale politico mafioso

COSENZA – Resta ai domiciliari Marcello Manna, arrestato lo scorso 1 settembre nell’ambito della maxi operazione Reset per presunti rapporti con esponenti della ‘ndrangheta cosentina in occasione soprattutto delle elezioni amministrative del 2019. La decisione del gip distrettuale Alfredo Ferraro nonostante la presentazione all’interrogatorio di garanzia, da parte dei legali del sindaco e professionista, gli avvocati Carratelli e Caiazza, di una corposa documentazione utile a dimostrare la sua estraneità a quanto contestasto. I legali del sindaco di Rende, sospeso nei giorni scorsi dal Prefetto, attendono ora la decisione del Tribunale della Libertà.

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