Gli ultimi calcoli sulla ricchezza di Elisabetta II, nata Elizabeth Alexandra Mary, li ha fatti David McClure con il suo libro The Queen's true worth, che ha ricostruito i bilanci della corona britannica aggiungendo alcuni fondi europei spesso trascurati. Si scopre così che la ricchezza personale della scomparsa sovrana si aggirerebbe attorno ai 400 milioni di sterline (pari a oltre 435 milioni di euro al cambio di oggi), 50 milioni in più rispetto alle precedenti stime. La crescita del patrimonio coronato è dovuta ai contributi sborsati da Bruxelles per le tenute agricole di Sandringham, nel Norfolk, contributi che non arrivano più dal giorno della Brexit, il 1° febbraio 2020. Quella residenza reale, infatti, a differenza per esempio di Buckingham palace, è proprietà della regina che l'ha ereditata nel 1952 alla morte di suo papà, re Giorgio VI.

Decisiva allora fu la scelta del principe Filippo di accorpare le piccole fattorie in dodici grandi blocchi, poi l'ingresso del Regno Unito nella Comunità economica europea nel 1973 ha fatto il resto. Da allora Sandringham, fra l'altro una tra le poche aziende produttrici di ribes nero, ha cominciato a beneficiare degli emolumenti garantiti della politica agricola comune europea, ai quali si aggiungono i fondi ricevuti dal principe Carlo per lo sviluppo di progetti sostenibili.

Ma la ricchezza della sovrana incoronata ufficialmente nel giugno 1953 è stata anche macchiata da qualche ombra. Secondo una recente inchiesta del Guardian, infatti, nel 1973 Elisabetta II avrebbe esercitato delle pressioni sul governo inglese affinché venisse modificata una bozza di legge che riguardava la trasparenza sulle partecipazioni societarie. In questo modo Sua Maestà sarebbe riuscita a nascondere ai sudditi una parte del suo patrimonio. Dai documenti verrebbe fuori che a fare pressione sul governo sarebbe stato l'avvocato della regina, Matthew Farrer e grazie al suo intervento i ministri avrebbero inserito nella bozza di legge una clausola che esentava le società legate ai reali dalle regole sulla trasparenza. Con questo escamotage sarebbe stata fondata una nuova società per nascondere una parte consistente del patrimonio della regina almeno fino al 2011.

Non solo. Nel 2017 la private bank Coutts & co, che vantava tra i propri clienti proprio la regina, fu sanzionata dall'Autorità federale svizzera di vigilanza dei mercati finanziari (Finma) per avere «gravemente violato» le disposizioni sul riciclaggio di denaro nell'ambito dello scandalo del fondo sovrano malese 1MDB attraverso la sua filiale di Singapore.

La regina riceveva denaro da tre fonti principali: il pagamento annuale del Sovereign grant, il Privy purse e la sua ricchezza personale ed eredità. La prima voce è un'entrata che proviene annualmente dal governo e le altre due sono fonti di reddito private. Il Sovereign grant act è entrato in vigore nel 2012 ed è un vero e proprio sussidio pubblico, emesso in forma forfettaria dal Ministero del tesoro, erogato alla regina per continuare a svolgere i propri compiti, coprire i costi degli eventi ufficiali e mantenere le proprietà reali. L'importo ricevuto rappresenta il 15% dei profitti realizzati ogni anno dal Crown estate, l'immenso patrimonio immobiliare di proprietà della Corona britannica, con decine di palazzi sparsi per tutta Londra e terreni disseminati per l'intero Paese, che nessun monarca può vendere, del valore di 8,1 miliardi di sterline (9,6 miliardi di euro). Nel 2020 la regina ha ricevuto dal Sovereign grant 85,9 milioni di sterline (102,5 milioni di euro). A maggio del 2019, Forbes ha stimato il patrimonio netto personale della regina in 500 milioni di dollari, mentre il valore complessivo delle partecipazioni del monarca britannico con la Crown estate valeva circa 25 miliardi di dollari.

La Privy purse è un reddito che la regina riceveva dalle proprietà del Ducato di Lancaster, con un asset suddiviso in quattro categorie, finanziaria, agricola, commerciale e residenziale, che fanno parte della corona dal 1399. «Alla fine di marzo 2021, il Ducato di Lancaster - riporta il sito dello stesso Ducato - aveva 577,3 milioni di sterline di attività nette sotto il suo controllo, in grado di generare un surplus netto di 22,3 milioni di sterline». Questa somma, pari a 26,5 milioni di euro, ha alimentato le finanze della regina e la famiglia reale ha dichiarato che esse vengono utilizzati per le spese ufficiali. Quanto alla voce «reddito personale ed eredità» ci si riferisce alle proprietà personali della regina, come Balmoral e Sandringham, lasciatele da suo padre, e ciò che ha ricevuto dal defunto marito principe Filippo, oltre a una fortuna di 70 milioni di sterline (83,4 milioni di euro) che è l'eredità della madre Elizabeth Angela Marguerite Bowes-Lyon quando è morta nel 2002.

Nonostante la propria ricchezza, la regina Elisabetta II era notoriamente frugale, il che potrebbe probabilmente derivare da eventi vissuti durante i suoi primi anni. Quando aveva 13 anni, iniziò la Seconda guerra mondiale e in Inghilterra vennero razionati cibo e vestiti. Ha persino usato buoni razione per realizzare il suo abito da sposa, usava stufe per ambienti piuttosto che accendere il caminetto e si dice anche che facesse riciclare la carta d'imballaggio e che si divertisse a mangiare frutta e cereali con contenitori di plastica Tupperware. Noblesse oblige. (riproduzione riservata)

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