I figli della surrogata nel bunker di Kiev - Tempi

2022-08-20 13:39:27 By : Ms. Jimmy H

Custodire gli interessi del mercato occidentale in un malandato bunker di Kiev. Coccolarli come bambini ottusamente egoisti. Non manca nulla nel video “Bunker per neonati”, caricato alla vigilia dell’invasione russa dal colosso della maternità surrogata Biotexcom.

Make Babies not war: così la clinica assicurava sui social, poche ore prima degli attacchi, che le attività di maternità surrogata in Ucraina proseguivano con regolarità, «non ci sono motivi per farsi prendere dal panico, né per gli ucraini né per gli stranieri qui»; la clinica diceva di comprendere «il periodo stressante» per i propri pazienti e per chi ha deciso di sospendere e rimandare programmi e trattamenti, ma di essere «molto grata a chi sta confermando i trasferimenti di embrioni» a Kiev. In particolare, il responsabile Konstantin Nekrasenko ha assicurato ai tanti genitori intenzionali britannici di aver «costruito un rifugio antiatomico di emergenza per proteggere i bambini se dovesse scoppiare una guerra». Un rifugio «dotato di tutto il necessario: cibo, vestiti, maschere antigas, kit di primo soccorso, sacchi a pelo, pannolini, coperte, culle e molto altro».

Accade anche questo: che una guerra nel cuore dell’Europa venga letta con le lenti di un altro silenzioso mercato, alimentato dalla nascita di almeno duemila bambini l’anno. Il 20 febbraio il Times raccontava la pressione subita dalle surrogate ucraine: ragazze come Natalia, marito, figli suoi e uno commissionato da una coppia terrorizzata dalla guerra imminente che le intimava di lasciare la famiglia e trasferirsi in Georgia fino alla nascita e alla consegna del loro bambino.

Sono infatti circa 200 le coppie che solo dal Regno Unito e dall’Irlanda si rivolgono ai “servizi” della Biotexcom ogni anno, decine quelle in attesa dell’arrivo del loro bambino da ritirare chiavi in mano in Ucraina, decine le disdette e le richieste di garanzie che stanno fioccando in queste ore drammatiche alle agenzia di surrogacy di tutto il paese. «Un’agenzia ha trasferito le surrogate nella parte occidentale del paese, lontano dal confine con la Russia», «Una clinica ha dichiarato di essersi assicurata un rifugio antiaereo nelle vicinanze per proteggere surrogate, neonati, genitori».

Mentre scoppiava la guerra centinaia di avvocati, diplomatici, genitori, dall’Australia all’Irlanda, dall’America al Regno Unito erano infatti al lavoro per difendere i propri interessi e fronteggiare «la prima crisi internazionale della maternità surrogata».

Non la prima in assoluto, ma la più importante, ha ricordato Rich Vaughn, fondatore dell’International Fertility Legal Group a Ellen Trachman, del Tranchman Law Center di Denver, specializzato in diritto alla riproduzione assistita: «C’è stato anche il drammatico scandalo e a seguire il divieto della maternità surrogata in Thailandia, il terremoto del 2015 in Nepal, gli improvvisi cambiamenti della legge in India e Cambogia e la chiusura degli spazi aerei e le restrizioni ai viaggi al culmine della pandemia».

Tuttavia l’Ucraina è diventata oggi la capitale europea dell’utero in affitto, la fabbrica di bambini a buon mercato per coppie che si trovano ora sprovviste di “protezione legale”. Tant’è che Vaughn, a poche ore dalla chiusura dello spazio aereo, suggeriva ai genitori intenzionali di considerare «la possibilità di spedire gli embrioni fuori dal paese», oppure di «prepararsi al peggio. Se c’è un’invasione o una guerra su vasta scala, quanto saranno gravi le conseguenze? Perdita di embrioni? Peggio, perdita di vite umane? Professionisti e funzionari governativi da cui in precedenza dipendevano potrebbero non essere più disponibili. La surrogata e tuo figlio potrebbero essere in pericolo».

«Molte persone sono preoccupate per la sicurezza dei loro embrioni in caso di bombardamento di Kiev. Alcuni spendono molti soldi per i donatori laggiù, vogliono assicurarsi che quegli embrioni siano al sicuro», è stata la reprimenda di Sam Everingham, il direttore globale di Growing Families alle prese con decine di genitori australiani “clienti” di cliniche con bambini “in arrivo”.

Il 21 febbraio la Biotexcom inizia dunque a caricare video in tutte le lingue su YouTube, mostrando l’esercitazione e il trasferimento di surrogate, infermiere e bambini nel suo bunker, allestito a mo’ di supermercato, per un soggiorno «confortevole».

Il video è, se possibile, ancora più surreale di quello pubblicato a luglio 2020 per celebrare la “cerimonia” di consegna dei figli commissionati a Kiev, sequel di quello diffuso a maggio girato nell’hotel Venezia dove giacevano stipati tra palloncini, orsacchiotti, peluche, i 46 neonati commissionati dai cittadini europei in attesa che venisse loro elargito un permesso speciale in deroga alle regole del lockdown per venire a ritirarli.

«Cari amici, la clinica Biotexcom è pronta a proteggere le madri surrogate, i nostri pazienti e i loro neonati anche in caso di aggressione da parte della Russia». Inizia così il filmato, mostrando l’arrivo di pullmini Biotexcom al bunker antiatomico, dai quali scendono uomini e donne con port-enfant gialli e azzurri, mamme con ovetti che oltrepassano porte stagne, scendono scale, finiscono inghiottiti sottoterra.

Una ragazza si rivolge alla telecamera e inizia il “tour”, indica il bagno, le scatole del pronto soccorso, le maschere antigas e le istruzioni per indossarle, «il rifugio può ospitare 200 persone con tutti i comfort», assicura mostrando una zona tappezzata da sacchi a pelo militari, letti materassi, «ecco gli scaffali con cibo, stoviglie, tovaglioli, pannolini». Cereali, carne e pesce in scatola, latte in polvere, sapone. «Tutto ciò che è necessario per un soggiorno confortevole», ripete, «coperte, vestiti per i neonati, perché tutti abbiano il comfort necessario», dice entrando nell’area illuminata a neon dove sono allineate le cullette per i neonati e i lettini «per i bambini un po’ più grandi».

Le telecamere inquadrano bambini intenti a poppare dai biberon, addormentati, in braccio alle infermiere, mentre la ragazza mostra un fornelletto per cucinare «cibo caldo, tutto quello che vuoi», nel magazzino traboccante scatoloni di acqua, cibo e maschere antigas in fondo al quale c’è solo un’uscita di emergenza. «Non possiamo fornirvi un servizio vip nel bunker, una cucina da chef e letti morbidi, ma possiamo garantirvi la sicurezza in qualsiasi situazione». I genitori si muovono straniti nel bunker scattando selfie e filmando gli scaffali. Ai committenti a casa viene assicurato che «abbiamo già esperienza di gestione di una crisi simile», quella del 2014, «siamo pronti, pertanto vi chiediamo di mantenere la calma e stare sicuri che Biotexcom è pronta a garantire la vostra sicurezza».

Non manca nulla. È un video da matti, specchio di un Occidente che pensando alla guerra in Ucraina guarda alla protezione del suo mercato, non solo quello energetico, e specchio di come l’Ucraina guarda l’Occidente. Un popolo di ricchi sfruttatori a cui offrire la sicurezza dei loro interessi, custoditi come bambini in un malandato bunker di Kiev.

Reg. del Trib. di Milano n. 332 dell’11/6/1994

Codice ISSN online 2499-4308 | cartaceo 2037-1241

Editore Contrattempi Società Cooperativa Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano [email protected] C. F. / P. Iva 10139010960 Iscrizione ROC n. 30851

Redazione Piazza della Repubblica, 21 – 20124 Milano +39 02.51829864 [email protected]

Copyright © Contrattempi Società Cooperativa. Tutti i diritti sono riservati | Contributi incassati nel 2021: euro 155.773,68. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70

Login to your account below

Fill the forms bellow to register

Please enter your username or email address to reset your password.